Inaugurazione Venerdì 5 agosto 2022, ore 19:30 Alla presenza del Sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti e dell’Assessore alla cultura Grazia Maria Starace Il Museo Civico Archeologico “Michele Petrone” di Vieste (FG), dal 1 agosto al 30 settembre 2022 è lieto di accogliere un'imperdibile mostra dedicata ai più grandi maestri del Novecento, curata da Giuseppe Benvenuto e Sara Maffei. Il ricchissimo repertorio comprende circa trenta prestigiosi capolavori di artisti internazionali, articolati entro un percorso espositivo che, partendo dagli anni Trenta, ci offre uno spaccato dell'evoluzione artistica fino ai nostri giorni. Gli osservatori potranno fare esperienza di un itinerario artistico sorprendentemente vasto e differenziato, a partire dalla splendida Natura morta (1953) di Giorgio Morandi (1890-1964), una matita su carta che suggerisce, attraverso il tratto leggero del disegno, un’autentica poesia delle cose. Del metafisico Giorgio de Chirico (1888-1978) il Museo pugliese ospita l’olio su tela intitolato Cavalieri in un paesaggio (1961) in cui i cavalli e il mantello in primo piano sono resi con un intenso impasto cromatico e Biro su Carta (1964), un abbozzo di personaggi della messinscena de Il Prigioniero di Dallapiccola. Del grande genio del XX secolo Pablo Picasso (1881-1973) è possibile ammirare la celebre Madame Ricardo Canals (1966), litografia a colori su carta intessuta, firmata e numerata dal maestro in cui il volto austero della donna è avvolto dalla predominanza del nero. Si mostra in tutta la sua irriverenza la serigrafia Ladies and Gentlemen II.130 (1975) del massimo rappresentante della Pop Art americana Andy Warhol (1928-1987), parte di una provocatoria serie di dieci tele realizzate in edizione limitata di 125 esemplari - firmati e numerati in originale. Restando sull'onda della Pop Art italiana ed europea, incontriamo Smalti e acrilico su tela (1990) di Mario Schifano (1934-1998), principale esponente della Scuola di Piazza del Popolo. Appartengono alla medesima scuola anche Giosetta Fioroni (1932) e Valerio Adami (1935), dei quali la mostra presenta rispettivamente Bambino (1969) e Dedica (1970). Al movimento della Scuola di Piazza del Popolo si avvicina anche Jannis Kounellis (1936-2017), importante esponente dell'Arte Povera e del quale si può osservare una Tecnica mista su carta (1999). È a Lucio Fontana (1899-1968), ideatore dello Spazialismo, che si deve un'autentica rivoluzione spaziale. La serigrafia con incisioni intitolata Concetto spaziale (1965), presente in mostra, è firmata e datata in basso a matita. Alberto Burri (1915-1995) ed Enrico Castellani (1930-2017) sviluppano l'eredità di Lucio Fontana, trasformando la bidimensionalità della tela in uno spazio fisico e concettuale. Di Castellani la mostra accoglie Superficie bianca (1969), opera che offre una partecipazione attiva, invitando lo spettatore ad indagare realtà intime mai esplorate. Di Burri è possibile ammirare Museo di Capodimonte (1978). Della Dadamaino (1930-2004) è osservabile nel Museo il suo Progetto per serigrafia (Inversione Cromatica) (1975), un acrilico su tela cartonata proveniente dall'Archivio Dadamaino. Fra gli altri artisti presenti presso il Museo Archeologico di Vieste incontriamo Fortunato Depero (1892-1960), Filippo de Pisis (1896- 1956), Fausto Pirandello (1899-1975), GrahamVivianSutherland (1903- 1980), Guttuso (1911- 1987), Achille Perilli (1927-2021), Dennis Oppenheim (1938 – 2011), Keith Haring (1958-1990), Elio Marchegiani (1929), Piero Gilardi (1942), Sandro Chia (1946), Enzo Cucchi (1949). Depero è un esponente del secondo Futurismo del quale è osservabile un Invito, realizzato per la mostra “Depero futurista” presso Galleria Fonte d'Abisso (1992). De Pisis si serve di pennellate velocissime, leggere e memori dell’impressionismo nell’olio su tela Vaso di fiori con calamaio (1949). Per le Due bagnanti (1960) Pirandello utilizza dei pastelli su carta in cui le figure umane sono caratterizzate da una potente plasticità cromatica. Sutherland in Tecnica mista su carta lascia emergere le sue tipiche espansioni lineari, caratterizzate da un fantasioso astrattismo. Guttuso suggerisce i corpi dei suoi personaggi sommariamente, attraverso pennellate veloci pregnanti di materiale emotivo, come si evince in Olio su tela (1957); dell’artista la mostra presenta anche China su carta (1972). La Tecnica mista su tela (2002) di Perilli rivela le tipiche figure geometriche dell’artista, fondate sull’ambiguità nel loro essere al contempo aperte e chiuse, realizzando uno spazio irreale. L’esponente del Graffitismo Metropolitano Haring è padre della street art statunitense il cui stile è immediatamente riconoscibile nei suoi buffi personaggi dalle forme arrotondate come in Senza titolo (1984). Marchegiani in Grammature di colore (1976) realizza una sintesi astratto-geometrica che rivela il suo costante riferimento di ricerca. Gilardi è uno scultore che dà vita a frammenti di nature artificiali in poliuretano espanso, com’è evidente in Ostriche Bretoni. L’Olio su tela degli anni Novanta di Chia è fedele al suo soggetto principale, ossia la figura umana, resa con impasti cromatici corposi e accesi. Per Cucchi disegnare è uno strumento potente in grado di fornire un nuovo modo di vedere il mondo e dei suoi disegni la mostra ospita Il gatto (1980).
Questi sono solo alcuni dei nomi degli artisti le cui opere presenzieranno presso il Museo Civico Archeologico “Michele Petrone” di Vieste nella stagione estiva. A completare la cospicua raccolta, opere di Bay, Frangi, Galliani, Nespolo, Pizzi Cannella e tanti altri.
25/07/2022
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