Il mondo dell'arte romana è scosso da polemiche e accuse in seguito alla nomina di Luca De Fusco come nuovo direttore del Teatro di Roma. Il regista napoletano, classe 1957, ha ottenuto la posizione in mezzo a una controversia che mina la validità della sua nomina, con il Comune di Roma che solleva gravi obiezioni.
La nomina di De Fusco è stata il risultato di un processo di selezione condotto da una commissione composta da Mariano Grimaldi, Isabella Maria Stoppani e Berta Zezza, che ha esaminato 32 candidature in seguito alla pubblicazione del bando per la posizione. La short list includeva anche altri candidati di spicco, come Marco Giorgetti e Onofrio Cutaia. Tuttavia, la decisione di nominare De Fusco è stata oggetto di controversie fin dal suo annuncio.
Secondo il presidente della Fondazione Teatro di Roma, Francesco Siciliano, la nomina è invalida. Siciliano afferma che la riunione del Consiglio di Amministrazione (CdA) era stata formalmente sconvocata da lui, ma i consiglieri espressi dalla Regione e dal Ministero si sono comunque riuniti e hanno proceduto con la nomina senza la presenza del presidente e di Natalia Di Iorio, consigliera del Comune di Roma. Tale azione è stata definita dal presidente come una "grave forzatura" e contraria allo statuto della Fondazione.
Tuttavia, il vicepresidente della Fondazione, l'avvocato Danilo Del Gaizo, sostiene che la riunione era legittima, in quanto era presente anche il collegio dei revisori. Questa divergenza di opinioni sulla validità della seduta ha gettato ulteriore ombra sulla nomina di De Fusco.
Anche il Comune di Roma ha preso posizione contro la nomina, con l'assessore alla Cultura Miguel Gotor definendo l'incontro "abusivo". Gotor sostiene che i consiglieri di amministrazione nominati dal Ministero della Cultura e dalla Regione Lazio hanno agito al di fuori delle prerogative del presidente Siciliano, cercando di imporre una decisione senza rispettare le procedure statutarie.
Il Teatro di Roma, dopo tre anni di stallo senza una direzione, sperava di porre fine a una situazione imbarazzante per il sistema teatrale italiano. Tuttavia, le attuali polemiche e accuse lasciano intravedere che la vicenda potrebbe essere lontana dalla conclusione. La cultura romana si trova ora al centro di una controversia politica che mette in discussione la libertà e l'autonomia culturale, con il Comune di Roma che promette di opporsi con tutte le forze a quello che definisce un "tentativo di occupazione" da parte della destra.
In attesa di sviluppi futuri, resta da vedere se la ragionevolezza e il buon senso prevarranno, o se il Teatro di Roma sarà destinato a un ulteriore periodo di incertezza e instabilità.
22/01/2024
Inserisci un commento