Il Ministero della Cultura, dal 2015, ogni anno designa una città italiana coma ‘Capitale della Cultura’. Nel 2020, con una speciale delega parlamentare, il governo decise di assegnare congiuntamente il titolo a Bergamo e Brescia, essendo riuscite a ripartire dopo la pandemia, nonostante siano state le più colpite in assoluto in Italia.
Grazie al coraggio dimostrato, le due province lombarde sono diventate simbolo di resilienza e per questo capaci di “illuminare” il futuro, il tema che le accomuna nel programma.
Come ogni manifestazione, le due città hanno scelto un marchio, premiato dalla tredicesima edizione del ‘Wolda’, il Worldwide Logo Design Award. Nonostante il prestigioso riconoscimento, nelle scorse ore, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, senza troppi giri di parole, ha dichiarato che, quello scelto per rappresentare Bergamo e Brescia a ‘Capitale della Cultura’ 2023 è “Un logo d’insolente bruttezza, povero, banale e poco rappresentativo”.
La critica non riguarda esclusivamente la grafica ma anche la grammatica, in quanto, le città vengono identificate come una sola, ‘Capitale’, forma al singolare inesatta, essendo due e ben distinte.
25/01/2023
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