Esisteva un tempo la genialità del mitico Rino Gaetano, sparita la sua forza ed il suo fervore intellettuale, pochissimi artisti sono riusciti ad arrivare a quei livelli di ironia sociale e autoironia. Proprio questa è la forza che abbiamo ritrovato nel brano "Perfetta " di Titta, vincitrice della categoria cantautori del Roma Music Festival 2022. La sua vena pungente, sarcastica e ironica ci ha stravolto fino a trasportarci nel suo mondo artistico, per un'artista che appartiene di diritto all'olimpo della scena della musica emergente italiana. Ecco l'intervista nella quale la cantautrice fiorentina si è messa a "nudo" con la nostra redazione:
TITTA, dove nasce questo nome ed a cosa si ispira?
Titta è un soprannome con cui mi chiamavano gli amici del mare che poi si è esteso anche a "quelli del teatro". L'ho scelto come nome d'arte perché è semplice e perché lo associo a emozioni belle, perché mi collega a quella parte di me che voglio donare a chi mi ascolta. 'Titta' lascia poco spazio alla parte più buia di Letizia... quella insicura, timorosa e piena di paranoie (che comunque c'è eh, siamo esseri umani). 'Titta' per me è sinonimo di semplicità, sorriso, profondità, leggerezza, passione e divertimento
Che momento vive la musica italiana emergente?
Un momento impegnativo. Fare musica è una passione che non ha grande ritorno economico, anche se richiede la dedizione, l'amore e la passione di un vero lavoro e infatti io la tratto come tale.Il segreto è ricordarsi che è un investimento a lungo termine e che i soldi, le energie e il tempo che hai messo in gioco daranno i loro frutti se si ha la pazienza di aspettarli.
È veramente sfidante farsi conoscere, nonostante i social siano un meraviglioso mezzo di comunicazione che potenzialmente ti collegano con tutti, ormai se non investi sulla promozione le tue visualizzazioni non salgono e non ti ascolta nessuno se non i tuoi parenti/amici o poco più.
Sicuramente fare concorsi è un buon modo non solo per farsi le ossa ma anche per vincere promozione web e farsi conoscere un po' di più.
Legato sempre all'arrivare a più orecchie sconosciute possibile c'è anche la televisione con tutti i suoi talent. Penso che la televisione sia uno strumento molto interessante per farsi conoscere. Bisogna stare attenti però a essere emotivamente forti e pronti per la TV, che resta uno strumento per arrivare a più persone ma non qualcosa che determina il proprio valore, né come artista né come persona.
Concludendo direi che bisogna tentare tutto, se uno vuole avere successo e non restare a fare bella musica per sé stesso. Penso sia questa la chiave... la voglia di donarsi agli altri, di innescare quello scambio che solo l'arte può generare.
Se hai voglia di donarti, se sei generoso, hai qualche possibilità... se fai musica solo per te stesso o solo perché vuoi fare soldi, beh... il mercato ti escluderà.
La musica emergente, secondo me, ha bisogno di due ingredienti fondamentali: professionalità e tanto tanto cuore.
Secondo te, quale è stata la marcia in più che ti ha permesso di vincere il Roma Music Festival?
Premetto che lavoro molto su me stessa, seguo un percorso con una psicologa per conoscermi sempre più a fondo e da anni ormai mi firmo con un gruppo di crescita personale per sfidare continuamente i miei limiti ed ampliarli costantemente.
Sicuramente un ingrediente che mi ha permesso di vincere è stato il non accontentarmi mai e continuare a studiare e a prepararmi.
Molte volte avevo fatto una performance anche tecnicamente superiore a quella di questa vittoria, ma in questa vittoria c'è di più della tecnica... C'è consapevolezza di sé e c'è emozione.
L'emozione in particolare che secondo me mi ha permesso di calcare il palco con grinta ed energia è legata ad una persona che in questo periodo della mia vita è stata ed è di fondamentale importanza per me. Quando ho scritto "Perfetta" non ci credevo così tanto di esserlo, anzi, forse l'ho scritto proprio perché diventasse per me un mantra, la direzione che volevo seguire.
La persona di cui stavo parlando invece mi ha fatto sentire per la prima volta nella mia vita non solo 'abbastanza', ma proprio 'perfetta'.
Credo sia stato questo l'ingrediente segreto: sentire profondamente nella pancia che per qualcuno sono perfetta esattamente così come sono.
Ci racconti il senso del tuo brano e la sua gestazione?
'Perfetta' è un brano importante per me. È un po' l'evoluzione di "Ostaggi", la mia prima canzone.
Avevo bisogno di raccontare a tutti questo cambiamento, questa rinascita.
Troppe volte nella vita avevo paura di disturbare, di far rumore, forse anche di ammettere di esistere.
'Perfetta' è un modo di dirmi "ci sono anch'io" e soprattutto di dirmi che ognuno di noi, anche io, è perfetto così com'è... Nella sua perfetta imperfezione.
Per quanto riguarda la sua gestazione, siccome (come si è capito) mi piace sfidarmi e crescere, questo brano è stato una sfida. Prima di questo ero sempre partirà scrivendo il testo così... Nudo e crudo. Con 'Perfetta' invece abbiamo lavorato tecnicamente al contrario. Siamo partiti dal messaggio che volevo dare, abbiamo scelto dee references e trovato un ritmo... Da lì poi sono andata a scrivere il testo.
Voglio ringraziare Silvia Gollini e Marco Gollini della Mad Records, la mia squadra meravigliosa, per essere sempre attenti e stimolanti, per guidarmi sempre verso la crescita, senza mai farmi sentire in difficoltà.
La mia crescita artistica, che si nota nelle mie canzoni, è legatissima all'amore e alla competenza della mia squadra, che è perfetta, proprio come la canzone.
Quali sono le tue ambizioni artistiche?
Posso spararla grossa? Ad agosto compirò 37 anni. Il mio sogno è festeggiare il mio quarantesimo compleanno cantando le mie canzoni degli stadi.
Ruberò una frase detta da Ultimo: il faccio musica per restare, non per essere ascoltata e passare di moda. Io voglio emozionarmi ed emozionare, voglio che la mia musica sia un ponte tra me e le persone. Voglio che chi la ascolta si senta come mi sento io quando la scrivo: meglio.
La musica serve a connettere le persone con un messaggio, io vorrei essere un canale per comunicare una cosa in particolare: l'importanza e la bellezza del viaggio dentro se stessi, di chi sceglie di imparare ad amarsi ogni giorno un po' di più.
Quali difficoltà deve affrontare oggi un artista emergente?
Sicuramente la prima sfida è quella economica. Le spese da sostenere sono molte e a volte non è semplicissimo se non hai una famiglia che ti aiuta. Io ho questa fortuna e mi sento molto grata di questo.
Ci sono anche altre sfide, come per esempio farsi conoscere, crescere costantemente o imparare dalle porte in faccia e dai no... Ma sicuramente quella economica è la sfida più grande.
Esiste un artista alla quale ti ispiri?
Ultimo per me è di grande ispirazione, forse perché segue il filone dei cantautori italiani classici in modo più moderno. Lo trovo vero, sincero e mi piace molto come scrive.
Potrei citare anche Tiziano Ferro, soprattutto per il suo modo di comunicare e per la sua evoluzione come persona, che è riuscito a riportare nella sua musica.
Ultima ma non ultima la Dea indiscussa per me: Lady Gaga.
Di lei mi piace l'evoluzione artistica, il fatto che sia partita da 'essere' una maschera a svelarsi pian piano e restare senza più maschere. Se pensiamo a "Born this way" e chiudiamo con "Joanne" capiamo che la modalità di comunicazione è totalmente cambiata, sia nel look che nella musica. Mi piace questo, lo trovo stimolante e interessante.
Quali sono i progetti futuri?
Per il momento va bene se ti rispondo raddoppiare i guadagni che ottengo con la mia arte?
Sono in una fase in cui sto imparando a capire il mio valore come artista e questo si riflette anche molto su come e quanto mi faccio pagare.
Può sembrare poco romantico come obiettivo, ma sono convinta che il guadagno che riceviamo sia direttamente proporzionale al valore che portiamo in questo mondo, quindi se vogliamo dirla in un modo un po' meno strong, direi che il mio progetto è portare valore nella vita delle persone che mi ascoltano.
Sarcasmo e ironia sono la tua forza?
Lo sono stato per molto tempo. L'autoironia mi ha letteralmente salvato dal bullismo negli anni di scuola. Se ti prendi in giro da sola le persone perdono il gusto di farlo e ti lasciano in pace.
Ad oggi credo che l'ironia sia un'arma a doppio taglio, perché ti protegge si, ma non ti impedisce di sentire quel dolore dal quale volevi difenderti.
Penso che l'unico modo per difendersi davvero sia lasciarsi attraversare da quel dolore e smetterla di riderci su.
17/01/2023
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