Polemiche e proteste di manifestanti ucraini, contrari alla programmazione, hanno preceduto l’opera del compositore russo Modest Musorgskij, il ‘Boris Godunov’, che, ieri sera, ha inaugurato la stagione 2022-23 del Teatro alla Scala di Milano.
Durante le contestazioni, alcuni ambientalisti hanno lanciato della vernice sulla facciata del Teatro e i cinque sono stati arrestati dalla polizia. L’opera lirica, realizzata in due versioni, affonda le radici nella storia russa e racconta il dramma dello ‘Zar di tutte le Russie’.
La prima stesura del capolavoro di Musorgskij, presentata nel 1869 e considerata troppo anticonvenzionale per quegli anni, è stata portata in scena alla Scala dal direttore Riccardo Chailly con la regia di Kasper Holten, venendo applaudita per tredici minuti dal pubblico e dai tanti rappresentanti di governo presenti.
Tra questi, vi erano il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e molti altri, che hanno espresso il loro apprezzamento.
Mattarella ha dichiarato: “La grande cultura russa è parte integrante della cultura europea, la responsabilità della guerra va attribuita al governo di quel Paese non certo al popolo russo o alla sua cultura”.
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