Era stata prevista una importante trasferta del teatro la Scala di Milano per sedici spettacoli in Egitto, Kuwait e Dubai, ma i lavoratori con al fianco i sindacati non ci stanno e hanno rimandato al mittente l’invito nonostante il lavoro fosse molto vantaggioso dal punto di vista economico.
Il motivo è stato solo uno, e attraverso il sindacato la voce dei lavoratori afferma che: “non si può accettare di suonare nel Paese che non dice la verità sulla morte di Giulio Regeni, laddove ci sono sistemi totalitari o situazioni grigie non si può essere indifferenti a quello che accade in queste realtà”.
Sul caso Regeni tutte le istituzioni hanno chiesto che si facesse piena luce su quello che è successo e collaborazione alle autorità egiziane, ma ad oggi ci sono ancora depistaggi e zone oscure da parte dell’Egitto cosa che ha spinto questi lavoratori a considerare la loro visita al Paese una scelta politica totalmente sbagliata e inopportuna.
Ovviamente è subito arrivato il sentito ringraziamento della famiglia del giovane ricercatore friulano ucciso al Cairo all'inizio del 2016, dichiarando: "ringraziamo ogni singolo lavoratore della Scala per questa scelta di responsabilità culturale, morale e politica. Vorremmo che tutti i rappresentanti politici italiani ed europei, gli artisti, gli imprenditori e i turisti seguissero il loro esempio lodevole".
17/02/2022
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