Non sappiamo se si tratti di una nuova modalità di protesta legittimata dai piani alti degli ambientalisti, certo è che gli attivisti del gruppo Ultima Generazione hanno dato una scossa ai loro ranghi, da mesi ormai relegati alle aule prive di luce dei musei sparsi in tutto il mondo.
La scossa in questione riguarda l’episodio avvenuto pochi giorni fa a Firenze, città in cui alcuni ragazzi – che rispondono al gruppo sopra citato – hanno imbrattato con una sgargiante vernice color arancione una facciata di Palazzo Vecchio. Una mossa senz’altro imprevedibile, dato che ci eravamo quasi abituati ad aspettarci teatrini del genere solo ai danni di dipinti o opere d’arte di vario genere nelle sale ben protette dei musei, preferibilmente alla presenza di un ampio pubblico di spettatori.
Gli attivisti di Ultima Generazione, che si sono già guadagnati qualche simpatico soprannome – vedi Ultima “Disperazione”, nomignolo affibbiato loro dal giornalista e speaker radiofonico Giuseppe Cruciani – hanno voluto subito specificare che la vernice in questione fosse lavabile e che l’obiettivo ultimo non fosse certo il deturpamento della facciata del palazzo bensì la protesta contro le attuali politiche nei confronti del cambiamento climatico (da loro ritenute ovviamente poco efficaci).
L’episodio in sé richiama alla memoria un altro, ovvero l’imbrattamento che ha colpito (l’arma era sempre vernice lavabile) lo scorso 2 gennaio la facciata principale di Palazzo Madama a Roma. Le due proteste sono avvenute pressocché allo stesso modo: imbrattamento, intervento (inutile) delle forze dell’ordine presenti sul luogo, allontanamento degli attivisti e pulizie finali. Se non fosse per un dettaglio quasi comico. Mentre il 2 gennaio al Senato gli ambientalisti hanno potuto fare i loro comodi grazie all’assenza del padrone di casa, a Firenze hanno trovato qualcuno che si frapponesse tra loro e la vittima. Caso ha voluto – sebbene non manchi chi ha pensato addirittura ad una scena creata ad arte – che mentre si consumava l’imbrattamento il sindaco di Firenze, Dario Nardella, si trovasse a qualche decina di metri dai ragazzi intento a fare un sopralluogo in piazza della Signoria. Una volta accortosi di cosa stava avvenendo alle sue spalle si è precipitato a bloccare i secchi di vernice che venivano lanciati. Tutto ben ripreso da non poche telecamere.
Ora, Palazzo Vecchio sarà anche stato ripulito con facilità, tuttavia la mente di questi ragazzi potrebbe richiedere qualche sforzo in più. Questo perché esiste una contraddizione di fondo: se la protesta riguarda l’eccessivo inquinamento e le condizioni in cui versa il nostro pianeta, è logico che i bersagli della suddetta protesta siano magnati del petrolio, possessori di lussuose auto sportive, frequentatori di jet privati o anche fruitori di stufe a pellet. Eppure, nonostante queste corrispondenze, gli ambientalisti hanno a cuore soltanto l’arte, che per natura non viene immediatamente associata al monossido di carbonio (a meno che qualcuno non faccia improbabili connessioni). I gruppi di imbrattatori sembrano più confusi che mai.
Cosa alquanto prevedibile visto il recente abbandono di Greta Thunberg, matriarca del movimento ambientalista, la quale, dopo aver girato il mondo (non in aereo s’intende) per aumentare la consapevolezza nei confronti del cambiamento climatico, si è ritirata nella sua Stoccolma per continuare con un ruolo non più di primo piano le proteste.
22/03/2023
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