Iniziano i lavori: al teatro Galli si tiene una conferenza stampa sulla candidatura di Rimini a capitale italiana della cultura. Artisti, attori, musicisti, professori, storici dell’arte, designer, scrittori riminesi ne hanno parlato con franchezza, entusiasmo, affetto.
Vantaggi evidenti: un milione di euro del ministero e riflettori per un anno sulla città e sugli eventi collegati.
A Rimini è importante l’aspetto dell’evento sensazionalistico, ma è chiaro che l’evento punta sulla quantità, la cultura invece potrebbe puntare sulla qualità.
C’è tanto da lavorare. Forse si tratterà di tornare a quelle che posso essere occasioni non colte fino in fondo: la gestione del Part, del teatro Galli, la collezione “Dinz Rialto”o la realizzazione di un Auditorium per la musica, come ha ricordato il musicista Lorenzo Semprini .
Tutti sono d’accordo su un punto, ovvero la straordinaria «mutazione antropologica» del comune negli ultimi anni. Un restyling urbanistico senza pari che permetterà di continuare sulla strada intrapresa, tramite la Biennale del disegno, il nuovo museo in piazza Cavour, il tesoro dell’Anfiteatro che andrebbe finalmente recuperato, il lungomare, la Gambalunga e il Museo della Città. Un’esperienza collettiva che potrebbe costruire un nuovo dialogo tra Comune e Diocesi, tra il pubblico e i privati, in un rapporto di reciproco riconoscimento.
18/02/2021
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