Bruno Martino debutta come pianista jazz, già nel 1940, all’età di quindici anni, quando suona di nascosto in una orchestrina jazz studentesca. Nel 1944 entra in Rai, come pianista dell’Orchestra di Piero Piccioni. Poi ottiene grande successo all’estero, principalmente nel Nord Europa, sperimentando un genere originale, un mix di jazz, canzoni napoletane e sue composizioni. Forte dei consensi ottenuti, Tornato in Italia nel 1958, compone canzoni per Caterina Valente, Renato Rascel e Wilma De Angelis. Un caso fortuito lo lanciò anche come interprete, quando sostituì il cantante della sua orchestra.
Non esiste praticamente jazzista al mondo che non abbia eseguito almeno una volta “Estate”, struggente brano portato alla visibiltà internazionale dal chitarrista Brasiliano Joao Gilberto, che lo scoprì durante una tournee italiana, lo riarrangiò in versione “bossa” e ne fece uno standard, oggi tra i più eseguiti. Tra le sue versioni più celebri, quelle di Chet Baker, Toots Thielemans, Michel Petrucciani, Mike Stern; tra gli Italiani, hanno interpretato “Estate” Mina, Mia Martini, Ornella Vanoni, Vinicio Capossela, La Crus, Irene Grandi.
Nel novembre 1993, dal 9 al 28, al teatro Flaiano in Roma tenne venti serate di concerto al pianoforte insieme con l’amico di vecchia data Umberto Bindi. Durante i concerti venne venduto, in edizione limitata, il CD dei due autori intitolato “Il ‘nostro’ concerto – Due vite un pianoforte”.
27/08/2021
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