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MORTO IERI IL ROMANZIERE CECO MILAN KUNDERA

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Milan Kundera, il celebre scrittore e saggista ceco, è deceduto ieri a Parigi all'età di 94 anni. La notizia della sua scomparsa è stata annunciata questa mattina dalla televisione ceca.

 

Kundera è stato uno degli autori che ha profondamente influenzato la letteratura del Novecento con i suoi romanzi, tra cui il più famoso, "L'insostenibile leggerezza dell'essere". Nonostante le numerose candidature al Premio Nobel per la letteratura, non è mai riuscito a vincerlo.

 

Caratterizzato da un atteggiamento riservato, Kundera non amava rilasciare interviste. La sua ultima apparizione pubblica risale al 27 gennaio 1984, quando partecipò come ospite al programma televisivo francese "Apostrophes", condotto dal critico letterario Bernard Pivot. Da quel momento, insieme alla moglie Vera Hrabanková, Kundera è stato descritto come "la coppia più silenziosa di Parigi" da uno dei suoi vicini, il giornalista Philippe Labro. France Culture, in un riferimento al suo famoso libro, li ha definiti "l'insostenibile potenza del silenzio". Infatti, nel suo capolavoro, Kundera afferma quasi profeticamente: "Vivere nella verità, senza mentire a se stessi né agli altri, è possibile solo vivendo senza pubblico... Avere un pubblico, pensare a un pubblico, significa vivere nella menzogna."

 

Nato il 1º aprile 1929 a Brno, Kundera era figlio di un pianista e coltivava un amore per la musica, avendo persino sperimentato con il jazz da giovane. Nel 1948, mentre era ancora uno studente, si iscrisse al Partito Comunista, ma fu successivamente espulso a causa delle sue idee "non conformi". Dopo essere stato riammesso, divenne una figura di riferimento nei dibattiti politici dell'epoca. Inizialmente poeta e autore di prosa, ottenne il successo con i suoi primi romanzi, che furono vietati per lungo tempo in Cecoslovacchia. Solo nel 2006 il suo celebre romanzo "L'insostenibile leggerezza dell'essere" fu pubblicato nel suo paese natale.

 

Il suo primo romanzo, "Lo scherzo", fu pubblicato nel 1967 e rappresentava un'amara ricostruzione della realtà cecoslovacca del secondo dopoguerra. L'opera fu acclamata da Louis Aragon, che scrisse la prefazione quando venne pubblicata in Francia nel 1968. Questo potente romanzo, caratterizzato da uno stile barocco e vivace, esplora uno dei temi centrali dell'opera di Kundera: il confronto drammatico e comico tra la vita intima dell'individuo, la sua natura fugace e casuale, e la finzione di un'ideologia collettiva, in questo caso il comunismo stalinista.

 

Kundera si schierò a favore della Primavera di Praga e venne nuovamente espulso dal Partito nel 1970. Nei successivi romanzi, soprattutto durante il periodo in Francia, sviluppò uno stile personale, definendo i suoi lavori come "romanzi-saggi", in cui alternava elementi narrativi a vere e proprie digressioni saggistiche.

 

Dopo aver pubblicato opere come "Risibles amours" (1971), "La valse aux adieux" (1976) e "La vita è altrove" (1973), che gli valsero il premio Prix Médicis, Kundera affermò di non voler più scrivere. Tuttavia, grazie all'incoraggiamento dei suoi ammiratori e amici, accettò di continuare a scrivere e si trasferì in Francia nel 1975, dove iniziò a insegnare all'Università di Rennes. Nel 1979 perse la cittadinanza cecoslovacca e nel 1981 gli fu conferita la cittadinanza francese da François Mitterrand, insieme a Julio Cortazar.

 

Parigi divenne la sua "seconda città natale" e nel 1984 ottenne un grande successo con "L'insostenibile leggerezza dell'essere", soprattutto grazie all'adattamento cinematografico di Philippe Kaufman e Jean-Claude Carrière con Daniel Day-Lewis e Juliette Binoche. Questo romanzo intreccia storia, autobiografia e relazioni sentimentali, ambientato a Praga nel 1968 durante la "Primavera di Praga", interrotta dall'invasione sovietica. Riprendendo il tema centrale del romanzo, ispirato alla concezione nietzscheana del rifiuto del peso della vita.

 

Attraverso i suoi racconti e romanzi, che gli hanno procurato fama internazionale, come "L'immortalità" (1990), Kundera ha affrontato temi di attualità politico-sociale del suo paese, inserendoli in un contesto più ampio che riguarda la condizione dell'uomo moderno. Tra le sue opere più influenti vi è anche "L'arte del romanzo" (1986), in cui esplora il ruolo del romanzo europeo.

 

Nel 1993 pubblicò "La Lenteur" in francese, un'opera che ironicamente indaga lo spirito contemporaneo basato sulla velocità e l'ossessione del nuovo fine a sé stesso. Kundera ha ricevuto numerosi premi letterari, tra cui il Gran Premio di Letteratura dell'Accademia di Francia nel 2001, il Premio Mondiale Cino Del Duca nel 2009 e il Premio della Biblioteca Nazionale di Francia nel 2012. Nel 2019, il suo paese natale lo ha riabilitato restituendogli la cittadinanza.

 

In una delle sue riflessioni, Kundera ha scritto: "Vivere: nel vivere non c'è alcuna felicità. Vivere: portare il proprio io dolente per il mondo. Ma essere, essere è felicità."

12/07/2023

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