Il suo anniversario di morte ricorreva un paio di giorni, ma chi era lo scrittore francese Jean Giono? Molti lo definivano semplicemente un contadino, per via delle sue origini, mentre altri riuscivano a vedere in lui uno scrittore interessato ad indagare i rapporti tra natura e uomo.
Cresce in una famiglia piemontese composta da madre stiratrice e padre calzolaio che gli permettono comunque di avere una buona istruzione. Fin da giovane si appassiona infatti di letteratura, apprezzando particolarmente le opere di Virgilio e Omero.
Ottiene poi il ruolo di impiegato in banca ma con l’arrivo della prima guerra mondiale è costretto a partire, tornando emotivamente segnato. Questa esperienza lo porta infatti negli anni ad appoggiare gli ideali pacifisti diffusi anche attraverso Radio Zinzine.
Si avvicina in questi anni al mondo della poesia attraverso produzioni sue come la lirica “Accompagné de la flute” e romanzi come “Colline” e “Regain”. Nei suoi testi emerge la stima per le idee di Rousseau quali l’armonia con la natura e la libertà, che mette anche in pratica ritirandosi a Contadour seguendo uno stile di vita primitivo.
Ad ispirarlo però sono anche i racconti della Grecia antica che lo portano a riflessioni etiche e morali sulla vita dell’uomo. Scrive inoltre negli anni ’30 diversi saggi trattando temi come le dittature e il pacifismo, spesso presentati seguendo indagini psicologiche. Lo stile si rifà parzialmente a quello epico ma anche alla tecnica narrativa di Stendhal.
11/10/2021
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