"Non avevo mai visto un film in cui una Cadillac mette incinta una donna con cui si è accoppiata". La frase del goffo presidente di giuria Spike Lee.
Non solo ha subito annunciato il film vincitore della Palma d'Oro a Cannes, invece di partire dagli altri premi per andare poi in crescendo, ma sintetizza bene l'oggetto oltraggioso che giurati, giornalisti e pubblico si sono trovati di fronte al Festival.
Il premio più prestigioso di questa edizione va a un meteorite incandescente qual è “Titane”, diretto da Julia Ducorneau; seconda donna a vincere il premio dai tempi di Jane Campion con Lezioni di Piano.
Di certo, “Titane” è un film ben strano. Probabilmente molto di più del cinema a cui il grande pubblico è abituato e interessato, e in ogni caso ci sono critici a cui è piaciuto molto e altri che l’hanno invece trovato pretenzioso, inutilmente esagerato in alcune delle sue scene più horror e pure un po’ sconclusionato. È la seconda volta nella storia del festival che il premio più importante viene assegnato a
un film diretto da una donna (il primo fu Lezioni di piano di Jane Campion, vincitore a pari
merito con Addio mia concubina). E sebbene i generi cinematografici siano fluidi e spesso
soggettivi, c’è margine per sostenere che “Titane” sia il primo horror a vincere la Palma
d’oro.
20/07/2021
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