Nel cuore del Parco Archeologico di Baratti e Populonia, recenti scavi hanno riportato alla luce testimonianze uniche della vita romana. Tra i reperti rinvenuti, spicca un calamaio in ceramica a vernice nera, meravigliosamente integro, che ci racconta la storia di Ledeltius, un liberto dell'epoca romano-repubblicana.
Ledeltius, il cui nome è inciso sul calamaio, fu un contabile e pedagogo in una domus aristocratica, distrutta da un incendio intorno al 50 a.C., nel tumultuoso periodo delle guerre civili romane. Probabilmente acquistato come schiavo nel mercato dell'Egeo, Ledeltius acquisì il suo nome greco latinizzato e arrivò a Populonia, dove conquistò la libertà.
Il professore Stefano Camporeale dell'Università di Siena e Marta Coccoluto, responsabile del Parco, hanno spiegato che Ledeltius aveva il compito di gestire i documenti ufficiali e i conti del suo padrone, presumibilmente un eminente magistrato di Populonia. Insieme al calamaio, sono stati ritrovati anche stili per scrivere sulle tavolette cerate e un frammento di una bambola di ceramica, appartenuta a una bimba della famiglia.
La domus, dotata di una piccola terma privata e grandi stanze con pavimenti a mosaico, fu abbandonata in tutta fretta a causa dell'incendio. Questo evento, sebbene tragico, ha permesso agli archeologi di trovare reperti eccezionalmente conservati sotto le ceneri. Sono stati rinvenuti attrezzi da cucina, ceramiche, giocattoli in terracotta, lampade in ceramica e altri oggetti di uso quotidiano.
Il pubblico potrà scoprire questi reperti in anteprima durante gli eventi "Gli archeologi raccontano", previsti per l'11 e il 18 luglio alle ore 18 all'acropoli di Populonia. Lo scavo, parte del percorso di visita del Parco, è aperto ogni giorno in luglio e agosto, grazie alla gestione della Parchi Val di Cornia Spa e in collaborazione con il Ministero della Cultura, la Regione Toscana e il Comune di Piombino.
11/07/2024
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