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INTERVISTA CON ANDREA MONTEMURRO, PRODUTTORE DEL "ROMA MUSIC FESTIVAL"

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Il "Roma Music Festival" è ormai un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica emergente e per tutti coloro che credono nel valore del talento musicale. Giunto alla sua diciottesima edizione, il Roma Music Festival continua a rappresentare un trampolino di lancio per artisti provenienti da ogni parte d'Italia, offrendo loro una piattaforma unica per esibirsi e farsi notare e divulgare la propria musica. In occasione di questo importante traguardo, abbiamo avuto il piacere di parlare con Andrea Montemurro, produttore ed ideatore del festival, che ci ha raccontato l'evoluzione dell'evento, le sfide affrontate e le aspettative per il futuro.

Il "Roma Music Festival" ha raggiunto un traguardo importante: 18 edizioni. Come è cambiato il festival nel corso degli anni?

Il festival è cresciuto enormemente, sia in termini di partecipazione che di qualità artistica. Con il tempo si è evoluto fino a diventare un punto di riferimento per musicisti emergenti da tutta Italia e oltre. Abbiamo lavorato molto negli anni, per dare a questi artisti una piattaforma sempre più professionale, con il supporto di produttori, etichette e media del settore.

Quali sono stati i momenti più memorabili di queste diciotto edizioni?

Ce ne sono stati tanti! Alcuni artisti che si sono esibiti qui da emergenti oggi sono diventati nomi conosciuti nel panorama musicale italiano. Ricordo con affetto alcune esibizioni che hanno lasciato il pubblico senza parole, e anche momenti più intimi, come la gioia e la commozione di un artista nel vedere per la prima volta il proprio sogno diventare reale su un palco importante. Ogni edizione ha i suoi momenti magici.

Il "Roma Music Festival" è conosciuto per essere un trampolino di lancio per giovani talenti. Come selezionate gli artisti che partecipano?

La selezione è un processo molto attento e curato. Ogni anno riceviamo centinaia di candidature, e il nostro team ascolta ogni singolo brano inviato. Cerchiamo originalità, talento e soprattutto una forte identità artistica. Non ci limitiamo solo alla qualità tecnica o alla capacità vocale, ma valutiamo anche l’energia e l’emozione che l’artista è in grado di trasmettere. È fondamentale che chi sale sul nostro palco abbia qualcosa di unico da raccontare al pubblico, questo è il segreto per arrivare fino alla finale.

Come produttore dell’evento, qual è il tuo obiettivo principale per ogni edizione del festival?

Il mio obiettivo è creare un’esperienza memorabile sia per gli artisti che per il pubblico. Voglio che ogni artista senta di avere avuto l’opportunità di esprimersi al meglio delle proprie capacità e che ogni spettatore possa scoprire nuova musica che lo emozioni. È importante anche offrire un ambiente professionale in cui i musicisti emergenti possano crescere, non solo artisticamente, ma anche a livello di carriera, entrando in contatto con etichette, produttori e professionisti del settore.

C'è un genere musicale che predomina al festival o c’è spazio per una varietà di stili?

Una delle cose più belle del "Roma Music Festival" è la varietà musicale. Ogni anno vediamo una gamma incredibile di generi: dal pop al rock, dall’indie all’elettronica, fino alla musica classica contemporanea. Ci piace abbracciare tutte le espressioni musicali, perché crediamo che l'arte debba essere inclusiva e capace di sorprendere. La diversità stilistica è uno dei punti di forza del festival.

In che modo il festival supporta concretamente gli artisti emergenti dopo la loro partecipazione?

Oltre a dare visibilità agli artisti attraverso l'esibizione dal vivo, offriamo una serie di strumenti concreti per aiutarli a fare il passo successivo nella loro carriera. Collaboriamo con diverse etichette discografiche, manager e produttori che partecipano come ospiti o giurati e spesso scoprono nuovi talenti durante il festival.

Cosa distingue il "Roma Music Festival" dagli altri eventi dedicati agli artisti emergenti in Italia?

Non ci limitiamo a valutare una singola performance, ma cerchiamo di conoscere gli artisti, capire la loro storia e il loro progetto musicale. Inoltre, abbiamo creato un’atmosfera in cui gli artisti non competono in modo aggressivo tra loro, ma si supportano a vicenda. È più una celebrazione del talento e della creatività che una semplice gara.

Il panorama musicale è in continua evoluzione. Come pensi che il "Roma Music Festival" si adatterà ai cambiamenti futuri?

La musica sta cambiando molto velocemente, soprattutto con l’avvento delle piattaforme di streaming e dei social media che hanno rivoluzionato il modo in cui gli artisti si promuovono e distribuiscono la loro musica. Noi cerchiamo di stare al passo con questi cambiamenti, offrendo non solo una piattaforma live, ma anche strumenti per aiutare gli artisti a navigare nel mondo digitale. Stiamo anche esplorando nuove modalità di fruizione dell’evento, come streaming e contenuti interattivi, per portare il festival a un pubblico ancora più ampio.

Qual è il consiglio che dai più spesso agli artisti emergenti che partecipano al festival?

Il consiglio è sempre di essere autentici. Non cercate di imitare qualcun altro o di adattarvi a quello che pensate il pubblico voglia sentire. La vostra unicità è il vostro punto di forza. Concentratevi su ciò che vi rende diversi e lavorate per migliorarlo. E soprattutto, non abbiate paura di fallire o di fare errori. Ogni passo, anche quelli più difficili, vi avvicina al vostro obiettivo.

Un'ultima domanda: cosa possiamo aspettarci da questa diciottesima edizione del "Roma Music Festival"?

Questa edizione sarà davvero speciale e sono convinto che sarà un’edizione che rimarrà impressa nella memoria di tutti.

 

19/10/2024

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