“La sacralità di San Vivaldo, in mezzo alla foresta di Montaione, dove eremiti e santi hanno trovato la loro ispirazione, continua il dialogo con l’uomo, alla ricerca del senso della vita, in un viaggio interiore che attraverso l’arte contemporanea, tra contemplazione e spiritualità, interroga ogni coscienza”. Con queste parole, il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha presentato “Trasumanar”, la mostra di Fabio Calvetti che sarà inaugurata sabato 29 giugno alle ore 17 alla Gerusalemme di San Vivaldo.
Con questo evento il comune di Montaione, nell’ambito della programmazione artistica e culturale, ha invitato Calvetti a interpretare un percorso espositivo in grado di coinvolgere il Sacro Monte di San Vivaldo. Una struttura monumentale che risale ai primi del '500 quando, a seguito dell’insediamento dei frati francescani minori, fu costruito nel bosco un complesso di cappelle e tempietti, che riproduce in scala la topografia e i luoghi santi della Gerusalemme del tempo.
“E se un tempo i pellegrini potevano chiedere grazie a San Vivaldo come a Gerusalemme, oggi il percorso continua, grazie a un cammino immerso nella storia e nella natura”, ha affermato il presidente. “In un luogo unico al mondo, capace di fare sintesi tra spiritualità e cultura – ha sottolineato il consigliere regionale Enrico Sostegni – unendo la promozione dell’arte a quella del territorio, per un biglietto da visita non solo per Montaione ma per la Toscana tutta”.
“Attraverso le opere di Calvetti – ha dichiarato il sindaco di Montaione Paolo Pomponi - l’esperienza di visita della Gerusalemme si apre a prospettive inedite, itinerari di senso tutti da esplorare, grazie ad una conversazione attenta tra passato e presente, che porta l’arte a dialogare con delicatezza con i gruppi scultorei del XVI secolo ispirati a episodi della vita e della Passione di Gesù Cristo, e allo stesso tempo comunicare la forza e la potenza espressiva delle immagini realizzate su tavola”.
Un grazie all’artista, che ha ricambiato con slancio la fiducia: “ho ricevuto questo importante regalo, che mi ha permesso di potermi confrontare con uno spazio religioso interiore - ha affermato Calvetti – mi sono messo in gioco e ho cercato nel profondo, per tracciare un percorso contemporaneo rispetto a questi temi sacri”. Da qui la volontà di “indagare la dimensione umana e artistica della Gerusalemme di San Vivaldo, concedendo a ogni Cappella una lettura che volgesse al dialogo e alla riflessione, in un cammino – ha concluso - che mi auguro possa essere fonte di arricchimento per ogni visitatore”.
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