La stagione della Scala si apre il prossimo 7 dicembre con un titolo di forte impatto, La Forza del Destino di Giuseppe Verdi. Un'opera che, a quasi sei decenni dalla sua ultima inaugurazione del teatro e a venticinque anni dalla sua ultima rappresentazione sul palco milanese, torna a far vibrare il pubblico. La scelta del capolavoro verdiano si intreccia con la contemporaneità, grazie alla centralità della guerra come tema universale e senza tempo.
La regia, affidata a Leo Muscato, propone una lettura innovativa, ambientando ogni atto in un contesto storico differente, dal XVIII secolo ai giorni nostri. Un viaggio attraverso le epoche che evidenzia quanto il conflitto, simbolo di vendetta e distruzione, sia un filo conduttore nell'evoluzione dell'umanità. "Abbiamo l'idea naif che l'umanità faccia progressi," ha spiegato Dominique Meyer, sovrintendente e direttore artistico, "ma quest'opera mette il dito nella piaga, mostrando che l'umanità è sempre la stessa. Quando prevalgono il desiderio di vendetta e di potere, si generano disastri."
Sul podio, Riccardo Chailly, direttore musicale del teatro, porta avanti una visione artistica che intende restituire alla Scala una tradizione operistica solida e innovativa. Nel cast, Anna Netrebko, ormai figura iconica per le inaugurazioni scaligere, sarà affiancata da Ludovic Tézier e Brian Jagde, quest'ultimo subentrato in corsa a Jonas Kaufmann, impossibilitato a partecipare per motivi familiari.
La stagione segna anche l'ultimo atto di Dominique Meyer come sovrintendente, il cui incarico terminerà il 28 febbraio. Meyer, che lascia Milano con commozione, ha dichiarato: "Non sono di pietra e mi dispiace lasciare. Mi sono affezionato alla città, al teatro e soprattutto alle persone che lavorano qui. La mia vita è una collezione di emozioni."
L'attesa per il 7 dicembre è altissima, non solo per l'importanza culturale dell'evento ma anche per l'eredità che lascia Meyer, un uomo capace di rinnovare la Scala senza mai tradire le sue radici. "Spero che gli spettatori escano con il sorriso, con la testa piena di colori, suoni ed emozioni," ha concluso.
Un invito a riflettere, dunque, sulla ciclicità della storia e sulla potenza dell’arte, che attraverso le note di Verdi trova il modo di parlare alle coscienze, ieri come oggi.
26/11/2024
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