Con 12 minuti di applausi e una performance memorabile, “La forza del destino" di Giuseppe Verdi ha aperto ieri sera la stagione della Scala di Milano, in una cornice che ha intrecciato l’arte sublime alla complessità del presente. Sul palco, l’intensità drammatica della storia d’amore e di dolore tra Leonora e Don Alvaro si è specchiata nelle tensioni e nei contrasti che hanno attraversato la serata, dentro e fuori il teatro.
Un debutto tra applausi e dissenso
La soprano russa Anna Netrebko, la “diva delle dive” della lirica contemporanea, ha regalato una performance impeccabile, confermandosi una delle interpreti più talentuose del nostro tempo. Tuttavia, nonostante la sua straordinaria vocalità e un accorato invito alla pace, la sua cittadinanza russa ha attirato critiche da una parte del pubblico. Qualche “buu” isolato ha macchiato gli applausi entusiasti, sottolineando come l’arte, pur elevandosi al di sopra delle divisioni, non sia immune dalle tensioni geopolitiche.
Il sovrintendente Dominique Meyer ha minimizzato i dissensi, leggendo in essi un segnale politico legato al contesto internazionale. Al fianco della Netrebko, il cast ha mostrato unità e talento, con le magistrali interpretazioni di Ludovic Tézier nel ruolo di Don Alvaro e di Brian Jadge in quello di Don Carlo, diretti con energia e passione dal maestro Riccardo Chailly.
Un palco sobrio, una serata significativa
Sul palco reale, la presenza discreta ma simbolicamente rilevante della senatrice a vita Liliana Segre ha rappresentato un omaggio alla memoria e alla cultura, insieme al presidente del Senato Ignazio La Russa e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Tuttavia, la mondanità che di solito accompagna la prima della Scala è apparsa attenuata, riflettendo un’atmosfera più sobria rispetto al passato. Lo stesso applauso all’Inno di Mameli è stato breve, quasi trattenuto, lasciando spazio alla musica e ai suoi significati più profondi.
Le voci fuori dal teatro
Fuori dalle mura della Scala, le luci del Natale si sono intrecciate con le voci della protesta. Un migliaio di manifestanti, tra attivisti dei centri sociali e sostenitori della causa palestinese, hanno occupato il centro cittadino, bloccando le strade in segno di dissenso contro il decreto sicurezza e le violenze nella Striscia di Gaza. La presenza massiccia delle forze dell’ordine ha garantito la sicurezza, ma ha anche messo in evidenza le tensioni sociali e politiche che attraversano Milano, una città che, pur attrattiva e dinamica, continua a confrontarsi con diseguaglianze profonde.
Un Sant’Ambrogio tra arte e riflessione
La serata di Sant’Ambrogio ha dunque offerto uno specchio delle molteplici anime di Milano: la sua capacità di celebrare l’arte e la cultura ad altissimi livelli, ma anche le sue contraddizioni e le sfide irrisolte. La Scala ha brillato, ancora una volta, come tempio della bellezza e del dramma, non solo sulla scena ma anche nelle storie che si intrecciano attorno ad essa.
Tra applausi e critiche, eleganza e protesta, questa prima ha dimostrato che il teatro è molto più di un luogo di rappresentazione: è uno spazio dove si riflettono le complessità del mondo che lo circonda.
08/12/2024
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