Esattamente domani 6 Aprile ricorrerà l’anniversario della morte di Albert Durer.
Ma chi era Durer?
Durer nasce a Norimberga il 21-5-1471 e fu considerato il più importante artista rinascimentale del Nord Europa.
Nato da una famiglia abbiente, inizia a muovere i suoi primi passi nel mondo dell’arte all’interno della bottega orafa del padre.
Già all’età di 13 anni crea il suo primo autoritratto, uno dei tanti che lo porterà ad essere ricordato come il primo artista che viene rappresentato da se stesso.
La sua grande dote lo porta a divenire
un talento innato nell’uso di svariate tecniche, ma l’incisione sarà quella che utilizzerà maggiormente.
La curiosità e la voglia di conoscere lo conduce a viaggiare molto.
Viene affascinato anche dal Belpaese, dalla sua cultura e dall’arte, in cui troverà ispirazione per i lavori successivi.
Non a caso in alcune delle sue opere come “ l’autoritratto con pelliccia” è evidente l’influenza del talento prodigioso di Leonardo Da Vinci, che conobbe in uno dei suoi tanti soggiorni.
Ma in Italia, non subì solo il fascino per le opere artistiche perché venne anche sedotto dal pensiero neoplatonico.
Venezia fu la città in cui soggiorna per più di un anno e mezzo, e dove entra a far parte di una società esoterica.
L’apocalisse , melencolia , il cavaliere, la morte ed il Diavolo sono opere di altissimo valore simbolico, nelle quali Durer da vero iniziato, concentra tutta la sua conoscenza misterica.
Le sue creazioni trasmettono inquietudine e romanticismo allo stesso tempo e “Il cavaliere, la morte ed il diavolo” illustra proprio la manifestazione del suo percorso interiore per arrivare a raggiungere la conoscenza assoluta.
Morire per rinascere, ma per farlo dovrà affrontare l’ennesima prova.
Il cane, fedele compagno di viaggio, si trova al suo fianco, mentre la morte gli mostra la clessidra, simbolo ambivalente che unisce cielo e terra, il tempo che scorre, e che il guerriero dovrà essere in grado di gestire.
Il suo percorso parte dal basso nella zona rocciosa, per arrivare in alto, verso la meta prefissata raffigurata dal paesello sovrastante.
Il diavolo alle sue spalle, che con sguardo vigile lo segue gli offrirà gli ostacoli da superare.
Il guerriero dalla postura imperturbabile e dallo sguardo deciso sembra essere consapevole e pronto .
Forse la fede risiede nella conoscenza delle armi in dotazione: la lancia e la spada, che in congiunzione pare arrivino a formare il triangolo, simbolo dell’ intelletto divino che lo guiderà e gli mostrerà la strada nei momenti di maggiore difficoltà.
Il teschio poggia sulla targa che riproduce la data di inizio della creazione 1513, (periodo della sua morte simbolica) seguita dal monogramma del nome.
Molte opere del Durer meritano un osservazione attenta, e andrebbero contemplate spesso per carpire il significato che si cela in ognuna di esse poiché vanno ad offrire notevoli spunti di riflessione.
E proprio in uno dei momenti di profonda riflessione che egli afferma:
“Perché mai Dio mi ha dato questo talento ?
È una maledizione e una benedizione allo stesso tempo”.
Muore improvvisamente il 6-4-1528 all’età di 57 anni, per aver contratto la malaria durante un viaggio di lavoro in Nuova Zelanda.
Una delle sue opere ad incisione può essere ammirata presso il museo dell’Abbazia di Valvisciolo a Sermoneta (LT) .
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