La Casa del Cinema presenta “Abbiamo tutti un blues da piangere”. Si tratta dell’autobiografia di Giovanni Tommaso, contrabbassista e compositore jazz.
Ripercorre la sua carriera, quella in scena e non solo, nel Teatro all’aperto Ettore Scola.
Dopo la musica, una fatica editoriale importante dal titolo ben scandito, un viaggio che parte dalla sua vita intima e professionale, dalla Lucca del 1941 nella quale nacque fino ai giorni nostri, tra gioie e difficoltà.
"Ho intitolato questo mio libro ‘Abbiamo tutti un blues da piangere’ - ha spiegato -, perché mi piace e anche perché, ripensando a certi episodi della mia vita, ricordo bene quanto abbia sofferto vivendoli. Fortunatamente posso dire che si è trattato di episodi sporadici. E comunque, con il blues si può anche ridere".
Un viaggio profondamente caratterizzato dalla musica, fin dalla giovane età, e dalle tante persone che gli sono state vicino in questi anni.
"Sono stato incoraggiato da colleghi e anche da alcuni critici/scrittori italiani e americani a scrivere un libro autobiografico con varie testimonianze. Tra questi Ashley Khan e James Gavin, autore del bellissimo libro su Chet Baker ‘Deep in a Dream’ - ha aggiunto -. I vari stili che hanno determinato l’evoluzione del jazz sono strettamente legati a eventi storici e sociali, per questo ho pensato che la mia autobiografia potesse interessare appassionati, colleghi e magari qualche curioso lettore di storie raccontate da un provinciale lucchese che si è ritrovato in giro per il mondo. I primi capitoli sono autobiografici e partono dalla mia infanzia, la guerra, il primo dopoguerra e la mia passione per il cinema. Poi cronologicamente racconto storie legate alle varie tappe della mia carriera di musicista. In ultimo qualche riflessione di carattere generale sulla musica e su alcuni musicisti, in particolare i giganti del jazz che ho conosciuto e con i quali ho suonato".
Inserisci un commento