Continua il viaggio nella riscoperta dei cult del cinema e non solo.
I più bei film popolari continuano ad avere un ruolo da protagonisti alla Casa del Cinema nell'ambito della rassegna "Perduti nel buio".
Oggi la proiezione di uno dei capolavori di Alessandro Blasetti, "La cena delle beffe", pellicola del 1942 che verrà proiettata a partire dalle ore 18:00.
Tra le battute rimaste indelebili del film c'è quella di Amedeo Nazzari “Chi non beve con me, peste lo colga”; il film è passato alla storia anche per la nudità del seno di Clara Calamai.
"Sfidando la censura di allora Blasetti rende esplicita la sessualità di cui il film è carico. Questa sessualità non può dirsi proprio di tipo eterosessuale. Neri esibisce troppo la sua virilità per non apparire sospetto (quella parrucca bionda!) e Blasetti si toglie il gusto di mostrarlo passivo, crocifisso come un San Sebastiano, quando Lisabetta lo carezza e lo bacia. Giannetto è incapace di avere rapporti con Ginevra se non attraverso Neri: sia nella scena citata sia quando passa la notte con Ginevra che lo ha scambiato per Neri, il quale scoprendolo gli dice: 'Tu me l’hai goduta!'. E ambiguo è il rapporto con Tornaquinci, interpretato da Memo Benassi, di cui all’epoca non doveva sfuggire l’omosessualità. (Nel 1974 Carmelo Bene non avrà difficoltà, in coppia con Luigi Proietti, a riproporre il testo di Benelli nella sua vera luce). Il padre, il maschio, il dittatore altro non sono che maschere dietro le quali si nasconde la femminilità repressa". Questo il punto di Adriano Aprà nella sua analisi del film.
Inserisci un commento