Auguri a Claudio Baglioni che, in una botta, festeggia 70 anni di vita e 50 di carriera.
Figlio di una sarta e di un carabiniere, compone spesso partendo da sé, da Roma, e più precisamente dal quartiere Centocelle, che cinquant’anni fa era periferia desolata e lontana dalla città. E parlava d’amore, d’estate, di mare. “Quella sua maglietta fina, tanto stretta al punto che immaginavo tutto” è rimasta nella storia della musica e ha fatto cantare intere generazioni.
L’alto valore poetico e romantico dei testi di Claudio Baglioni lo ha reso amato in Italia e nel mondo.
Le sue canzoni ci ricordano quando ancora si ballava nelle feste a casa, sotto casa o nei garage; quando si correva felici a perdifiato sulla spiaggia con il primo piccolo grande amore; il sabato pomeriggio dell’adolescenza. “E lungo il Tevere che andava lento lento…”, arrivavano la poesia e la musica di Baglioni.
Eppure la sua voce è particolare, non da facile ascolto. Negli anni Settanta l’Italia era invasa dalla bella musica, di autori e cantautori, da Guccini, a Venditti, da De Gregori a Dalla a Cocciante. E poi c’era lui, Baglioni, timido, chiuso, con testi meno impegnati, ma che parlava al cuore.
“Strada facendo, vedrai, che non sei più da solo”.
“E tu, fatta di sguardi tu, eri già tutto quanto tu…”, “Sabato pian piano se ne va, passerotto ma che senso ha…”, “Amore bello…”, “Signora Lia, stasera stai con tuo marito…”, ma anche “Gesù caro fratello mio che t’hanno fatto, t’hanno sbattuto addosso a una croce e poi dimenticato…”. “Tu come stai, non è cambiato niente no…”. I versi delle Sue canzoni sono conosciuti e amati. Immortali.
Oggi le sue imprese musicali hanno preso dimensioni più grandi, tiene i concerti negli stadi pieni con il palco centrale, organizza spettacoli multimediali come l’ultimo, pensato intorno al suo nuovo album In questa storia che è la mia e trasmesso in streaming dal Teatro dell’Opera a marzo con un cast di 188 persone (76 musicisti, 69 coristi cantanti, 43 tra ballerini e performer) per uno spettacolo nel foyer, nei corridoi, nei camerini oltre che sul palco dello stabile romano. Per non contare poi la direzione artistica del Festival di Sanremo che per due anni consecutivi, nel 2018 e nel 2019, ha portato il cantautore romano al livello di “dittatore artistico”.
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