La frase delle Bucoliche di Virgilio “Omnia vincit Amor” ha ispirato molti pensatori, ma c'è chi osò di più e riuscì a mettere sulla tela una rappresentazione dell'Amore trionfante impressionando i contemporanei e le generazioni successive.
L'opera del Caravaggio era la più preziosa della collezione Giustiniani, rimase a Roma senza cedere alle offerte che nel tempo vennero avanzate da duchi e cardinali.
Su uno sfondo scuro affiora, a grandezza quasi naturale, la figura luminosissima di un Cupido alato, della statura di un ragazzino, non più che dodicenne, che ci osserva con sguardo malizioso e sfrontato, pronto ad ammaliare ogni sguardo che in lui si posa.
L' immagine del protagonista, in pieno stile barocco, è attorniata di oggetti di ogni genere, dei quali da sempre cercato di comprendere il messaggio esoterico, vista la grande carica simbolica che ad essi è legata.
Si potrebbe interpretare come una vincita dell'Amore su tutte le arti: l'astronomia rappresentata dal globo, la musica del violino e del liuto, l'architettura di squadra e compasso e i fiori che simboleggiano la natura.
Sembra quasi che l'Amore sia la forza che regola l'Universo e raffigurata umanamente, metta l'uomo al centro del creato, forse perché l'unica creatura capace di amare.
11/12/2020
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