Il personale della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, grazie a ‘Rov’, un robot utilizzato per le ispezioni subacquee, nei giorni scorsi è riuscito ad individuare un antico relitto romano, risalente al II secolo a.C.
L’incredibile scoperta è avvenuta nel palermitano, a 92 metri di profondità nelle acque dell’Isola delle Femmine, durante una ricognizione effettuata con il preciso scopo di cercare reperti archeologici. L’ispezione dei fondali delle acque siciliane, a bordo della nave oceanografica Calypso South dell'Arpa Sicilia, ha riportato alla luce una considerevole quantità di anfore, utilizzate per il trasporto di liquidi, più probabilmente vino.
Il ritrovamento dei preziosi vasi di terracotta, avvenuto nelle scorse ore, e che segue quello dello scorso maggio ad Ustica, è considerato uno dei più rilevanti degli ultimi tempi.
Per gli archeologi rappresenta una scoperta di fondamentale importanza, in quanto “elemento insostituibile per giungere con facilità alla loro attribuzione culturale, etnica e politica, ma anche per conoscere e tracciare gli antichi sistemi e le rotte commerciali dell’antichità. Il trasporto delle anfore segnala un periodo di pace, in quello che gli antichi indicavano come Mare Nostrum.”
02/08/2021
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