Canicattini Bagni sorge sulle estreme propaggini dei monti Iblei a circa 20 km da Siracusa, ufficialmente fu fondata nel 1682 dal barone Mario Daniele che chiese ed ottenne dai Viceré di Sicilia la concessione della licentia populandi, vanta origini ben più lontane. L’elemento acqua, presente in grande abbondanza in tutto il suo territorio, aveva infatti favorito sin dall’antichità la formazione di insediamenti rupestri le cui testimonianze più remote risalgono al paleolitico.
Alla dominazione araba sembra risalire invece l’origine del toponimo, anch’esso indissolubilmente legato all’acqua: secondo alcuni studiosi Canicattini infatti sarebbe la trascrizione dall’arabo di Khanday at–in, ovvero il “fossato del fango”.
L'appositivo "Bagni", invece, non indica la presenza di terme, come spesso si crede, ma l'appartenenza del territorio ai marchesi Daniele, signori del feudo di Bagni.
L'artigianato locale, influenzato dallo stile nuovo attraverso le riviste d'arte e moda e nello spirito di un rinnovamento artistico, gli artigiani, pur attenendosi a certi caratteri costanti e tipici del Liberty, attinsero non soltanto ai temi presi dal vivo, ma al vivo delle tradizioni locali.
In virtù di questo vediamo come alcuni artigiani locali, i cosiddetti “scalpellini" che operarono a Canicattini Bagni, lasciarono esempi significativi del loro gusto artistico, lungo un arco di tempo che arriva fino agli anni Cinquanta del Novecento quando la diffusione del cemento, di marmi e di travertini decretò la fine della loro gloriosa e prestigiosa attività.
I primi segni del risveglio edilizio a Canicattini risalgono a fine Ottocento quando si hanno costruzioni di una certa importanza come il palazzo D'Amico in via dei Vespri, il Palazzo Cassarino e il Palazzo Carpinteri Lombardo di via XX Settembre. Per mancanza di documenti si ignorano i nomi dei costruttori e i decoratori, ma è probabile che siano stati artigiani del luogo a realizzare questi meravigliosi edifici.
Questi pionieri dell'edilizia canicattinese erano per lo più analfabeti, di conseguenza apprendevano empiricamente le tecniche e i segreti del mestiere.
Da questa scuola vennero così fuori i primi scalpellini destinati a lasciare tracce apprezzabili nell'architettura locale. Già dagli inizi del nuovo secolo cominciarono a comparire i primi palazzi di un certo interesse artistico, ma fu soprattutto dopo la prima guerra mondiale che Canicattini conobbe un grande fervore di opere sul piano edilizio.
La maggior parte di questi edifici vennero infatti realizzati nei primi anni del XX secolo grazie all’aiuto dei canicattinesi emigrati negli Stati Uniti in cerca di fortuna, i quali mandavano periodicamente una parte dei loro guadagni alle famiglie rimaste in Sicilia, che potevano così, finalmente, permettersi delle abitazioni decenti che andarono a soppiantare gli edifici più umili e malridotti utilizzati fino a pochi anni prima.
17/01/2021
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