Ci troviamo ancora nella scia dei giorni che danno vita ad un anno particolare, quello che i più dicono: l'anno della rinascita, un periodo nel quale molti di noi hanno provato con i riti più disparati di allontanare la negatività del “bisesto” 2020 e soprattutto dimenticare la malattia pandemica che ci ha intristiti tutti.
Erri De Luca in una sua poesia ha cercato di ricordare tutti, ma proprio tutti, gli uomini di questa terra che con il rito più comune a tutti, levati i calici, mette il buon auspicio a fermentare tra le bollicine. In quei versi sono annoverate molte categorie di uomini, operosi e indaffarati nelle mille attività di quell'anello di congiunzione tra il vecchio e il nuovo anno, raccontato come un calderone dove i più svariati ingredienti formano un composto dove “chi ha perduto tutto...ricomincia”.
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
02/01/2021
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