Che "Miracolo Islanda, lo sport come antidoto alle devianze giovani" il primo libro di Andrea Montemurro, sia un libro interessante è fuori da ogni dubbio, ma altrettanto interessante è capire insieme all'autore la genesi del testo attraverso qualche domanda.
Come nasce il desiderio di raccontare una terra così lontana?
Tutto prende spunto da una sana curiosità, osservando i risultati sportivi dell'Islanda mi sono appassionato ad un paese che nasce per essere un outsider ma che improvvisamente riesce a prevalere in un campo così complessamente concorrenziale come il calcio
Il libro può essere catalogato come un libro sociologico oppure maggiormente come un libro prettamente ed essenzialmente sportivo?
Credo che catalogare sia in assoluto sempre restrittivo, piuttosto bisogna chiedersi quanto sia importante lo sport nella società, ritengo sia questo il fulcro del testo e della sua interpretazione generale
Dopo importanti esperienze nel mondo del calcio ma anche dello sport in generale, a suo avviso da addetto ai lavori, quali sono le manovre politiche necessarie per perseguire il modello islanda?
Come prima cosa il nostro paese ha necessità di strutture per praticare lo sport, oggi il problema delle strutture è concreto e reale in ogni regione, un problema che tende sempre di più ad incancrenirsi. Successivamente a questo vanno incentivati i rapporti tra discipline sportive e scuola, vanno portati i ragazzi verso la multidisciplinarità e verso la conoscenza della pratica sportiva quotidiana, quindi sport come stile di vita.
Che cosa ha voluto insegnare attraverso la stesura di questo libro ?
Più che insegnare ho voluto far comprendere come la politica può e deve avere un peso specifico nella vita concreta di tutti i giorni e di come può aiutare un popolo nella sua positiva trasformazione.
23/07/2020
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