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Dal Roma Music Festival ai nuovi progetti: il viaggio artistico di ALAVO' tra identità e sperimentazione

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Nel panorama musicale italiano, reinterpretare un classico di Luigi Tenco è una sfida che richiede sensibilità, rispetto e una forte identità artistica. ALAVO', artista dall’anima poliedrica e dall’estetica queer, ha scelto di portare sul palco del Roma Music Festival Ciao amore ciao, dando nuova vita a un brano intriso di emozioni, sogni e ricerca interiore. In questa intervista, racconta il percorso che lo ha condotto a questa scelta, le emozioni vissute durante l’esibizione e il significato profondo che ha voluto trasmettere con la sua interpretazione. Tra studio, sperimentazione e un legame personale con la canzone, ALAVO' ci guida attraverso un viaggio artistico che unisce tradizione e innovazione, confermando il potere della musica come mezzo di espressione e trasformazione.

Cosa ti ha spinto a scegliere una canzone di Luigi Tenco per il festival?
Luigi Tenco è un artista che ha lasciato un segno profondo nella musica italiana, con una sensibilità rara e una scrittura intensa. Ciao amore ciao è un brano che parla di sogni, di partenze, di speranze e del senso di smarrimento che spesso accompagna il cambiamento. Mi sono riconosciuta in queste tematiche e ho sentito il bisogno di dare nuova voce a questo capolavoro.

Che emozioni hai provato mentre interpretavi il brano sul palco?
Un turbinio di emozioni: malinconia, forza, fragilità, ma anche una grande gratitudine per poter condividere la mia arte. Ho cercato di lasciarmi attraversare dalla musica e di rendere omaggio a Tenco con sincerità e rispetto. Ho provato una luce interiore molto forte, ho vissuto il momento presente appieno, mente corpo e anima li ho sentiti risuonare in me e ho potuto donare al pubblico un Alavò che non percepivo da diverso tempo. Sicuramente è un ricordo che custodirò con grande cura.

Qual è il messaggio che hai voluto trasmettere attraverso questa canzone?
Credo che Ciao amore ciao sia un canto universale di chi cerca un posto nel mondo, di chi sente la necessità di partire ma anche di chi ha paura dell’ignoto. In un certo senso, racconta anche il viaggio interiore di chiunque abbia vissuto momenti di trasformazione e ricerca di sé. Ho voluto dare al brano una veste intramontabile, vicina anche alle esperienze di chi, come me, vive l’arte e l’identità come un percorso in continua evoluzione. Anche una canzone d’amore sanremese e dalle sonorità tipicamente anni ‘60 può essere trasformata in una colonna sonora eterna.

Luigi Tenco è considerato un'icona della musica italiana. Come ti sei preparato per rendere giustizia alla sua opera?
Ho studiato a fondo non solo il brano, ma anche il suo vissuto e il contesto in cui è nato. All’inizio mi sono esercitata sull'arrangiamento originale, ma più passava il tempo più mi accorgevo che non volevo fare una semplice reinterpretazione, ma creare un ponte tra la sua poetica e la mia, tra la sua voce e la mia sensibilità. La preparazione è stata tanto tecnica quanto emotiva: ho lavorato sulla vocalità, sull’interpretazione e sull’arrangiamento, cercando di rispettare l’anima del pezzo pur dando un tocco personale.

C'è una particolare connessione personale che senti con questa canzone?
Sì, profondamente. Ho sempre vissuto l’arte come un’espressione di libertà e allo stesso tempo come un viaggio dentro me stessa. Ciao amore ciao racconta un addio, una partenza, ma anche la speranza di trovare il proprio posto nel mondo. Credo che molte persone queer abbiano, in un certo senso, vissuto un percorso simile: la ricerca della propria autenticità, il coraggio di mostrarsi per ciò che si è, il desiderio di essere ascoltate e comprese.
Il tema dell’addio mi tocca personalmente, ho infatti dedicato il premio ad una persona a me cara che è venuta prematuramente a mancare e che spiritualmente e musicalmente continua a guidare il mio percorso artistico, aggiungendo vita ai miei giorni.

Come hai lavorato sull’arrangiamento o sull’interpretazione per renderla tua?
Ho voluto dare al brano una veste sinfonica, ampliandone la drammaticità e la profondità. La mia interpretazione è stata molto viscerale: ho cercato di raccontare la storia con il corpo, con la voce e con le sfumature emotive, come se ogni parola fosse un passo di un viaggio interiore. Dopo diverse settimane di studio, insieme al producer Giorgio Lorito che mi ha affiancato con grande maestria,  ho deciso di eliminare la parte ritmica del brano (da ricordare che la versione precedente della canzone ”Li vidi tornare” era di ispirazione antimilitarista) per lasciare spazio all’orchestra per poter colorare armonicamente il brano. Ogni strumento musicale e accento è stato minuziosamente selezionato affinché il brano potesse essere eseguito con sonorità che si sposassero bene con la mia voce. Prima di completare la versione definitiva ho aggiunto una modulazione finale in stile Broadway per dare un tocco teatrale e maestoso.

Quali sono stati i momenti più difficili durante il percorso verso la vittoria del Roma Music Festival?
La sfida più grande è stata quella di gestire la pressione e il desiderio di rendere onore a un brano così importante. C’è sempre il rischio di perdersi tra l’emozione e la tecnica, ma ho cercato di rimanere fedele alla mia visione artistica e di vivere ogni esibizione con autenticità. Durante le fasi iniziali del festival temevo che la mia estetica queer e androgina potesse essere fraintesa, ma nel Roma Music Festival ho trovato un luogo dove ho potuto esprimere tutta me stessa. L’organizzazione e la giuria hanno colto con grande interesse ciò che stavo esprimendo sul palco, permettendomi di arrivare pronta per brillare alla finale.

Come hai vissuto la pressione di interpretare un brano così significativo davanti a un pubblico e una giuria?
Con rispetto e con una certa dose di adrenalina! Sapevo di affrontare una canzone che porta con sé una storia potente, quindi ho lavorato molto sull’equilibrio tra emozione e controllo. La pressione c’era, ma l’ho trasformata in energia positiva.
Ho immaginato stessi sognando e di viaggiare accarezzata dalle note, creando un dialogo tra cuori e fiati sospesi.

Pensi che le tematiche affrontate da Tenco nella sua musica siano ancora attuali?
Assolutamente sì. Alcune sue canzoni parlano di solitudine, di sogni spezzati, di amore e disillusione, temi universali che toccano ancora oggi tantissime persone. In un’epoca in cui l’incertezza e il bisogno di trovare il proprio posto nel mondo sono sempre più forti, la sua musica è più attuale che mai.
Ma la penna stilistica d Luigi Tenco è anche molto ironica e avanguardistica, basti pensare alla canzone "Giornali femminili” nella quale senza filtri dichiara tutta la sua contrarietà al sessismo che descrive le donne come disinteressate a “trasformare la scuola, abolire il razzismo, proporre nuove leggi, mantenere la pace”

Questa esperienza ha cambiato il tuo approccio alla musica o al tuo percorso artistico?
Mi ha dato ancora più consapevolezza della forza della musica come mezzo di espressione. Ho capito quanto sia importante osare, uscire dalla comfort zone e quanto la forza interpretativa che custodisco interiormente deve essere utilizzata per realizzare i miei sogni. Ricevere il premio come Miglior Interprete è indubbiamente un passo importante nel mio percorso artistico e ha rafforzato la mia voglia di continuare a sperimentare.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In questi giorni sono in fase di produzione la versione in studio e il videoclip di Ciao amore, ciao.
Vorrei realizzare un brano inedito e sto valutando diverse collaborazioni autoriali; alcuni testi mi hanno già colpito profondamente.
Parallelamente, ho in cantiere nuove interpretazioni che rendano omaggio alla mia terra natia, la Sicilia, affrontando temi come l’antimeridionalismo e la violenza di genere attraverso le opere di Rosa Balistreri, e i diritti civili, ispirandomi all'eredità musicale di Alfredo Cohen.

Dove è possibile seguire il tuo lavoro artistico sul web e sui social?
Potete seguirmi su Instagram @ala_vox, dove condivido aggiornamenti sui miei progetti, video delle esibizioni e dettagli sugli eventi live.

www.instagram.com/ala_vox/


 

06/02/2025

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