Un trionfo di arte rinascimentale a Palazzo Diamanti
Ferrara si conferma un faro della cultura italiana con “Il Cinquecento a Ferrara”, la mostra in corso a Palazzo Diamanti fino al 16 febbraio 2025, che ha conquistato il titolo di miglior esposizione del 2024 secondo Finestre sull’Arte. Curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, con la direzione di Pietro Di Natale, la mostra rappresenta una tappa cruciale di un progetto ambizioso: “Rinascimento a Ferrara 1471-1598”, un viaggio che esplora la straordinaria stagione artistica della città estense.
Una Ferrara in trasformazione
Il periodo analizzato abbraccia gli anni del passaggio di consegne da Ercole I d’Este ad Alfonso I, committente di raro gusto e visione, capace di trasformare non solo la corte, ma anche l’intero tessuto urbano. È il tempo del rinnovamento: con la scomparsa della generazione di Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, la città affronta una sfida delicata, cercando nuovi linguaggi per mantenere alta la qualità artistica. È in questo contesto che emerge una scuola più aperta agli scambi con centri artistici come Venezia e Roma.
I protagonisti del racconto sono quattro artisti di straordinaria levatura: Ludovico Mazzolino, Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano, Benvenuto Tisi detto Garofalo e Giovanni Luteri detto Dosso.
Mazzolino e Ortolano: i debutti più attesi
Per Mazzolino e Ortolano, questa esposizione segna un esordio assoluto, offrendo al pubblico la possibilità di scoprire due voci uniche e complementari.
Ludovico Mazzolino (1480-1528), formatosi nella scia di Ercole de’ Roberti, si distingue per il suo linguaggio anticlassico e visionario, influenzato da maestri tedeschi come Martin Schongauer e Albrecht Dürer. Le sue opere, spesso destinate al collezionismo privato, sono popolate da personaggi dai tratti grotteschi e vibranti, in netto contrasto con gli ideali di grazia e armonia tipici del Rinascimento italiano.
Diversa è la traiettoria di Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano (1487-post 1527), che si muove verso un naturalismo lirico e luminoso. Dopo un inizio influenzato da Boccaccino e Francesco Francia, Ortolano si avvicina a Raffaello, fondendo con maestria il classicismo con suggestioni venete. Le sue opere, tra pale d’altare e quadri devozionali, sono un inno alla realtà, resa attraverso una luce cristallina e una composizione carica di mistero.
Garofalo e Dosso: i maestri del rinnovamento
Benvenuto Tisi detto Garofalo (1481-1559), già noto al pubblico, rappresenta il punto di contatto tra Ferrara e lo stile raffaellesco. La sua arte, elegante e raffinata, testimonia una perfetta assimilazione del linguaggio del maestro urbinate, che Garofalo rielabora con una sensibilità personale.
Accanto a lui brilla Giovanni Luteri detto Dosso (1487-1542), figura centrale della corte estense. Influenzato in gioventù da Giorgione e Tiziano, Dosso sviluppa uno stile inconfondibile, caratterizzato da una tavolozza vibrante e da una visione colta e ironica. La sua sintonia con Alfonso I lo rende protagonista di uno dei periodi più fecondi della cultura ferrarese.
Una mostra imperdibile
“Il Cinquecento a Ferrara” non è solo una mostra, ma un vero e proprio viaggio nell’anima artistica di una città al culmine della sua gloria. Attraverso opere di straordinaria qualità, il visitatore è guidato alla scoperta di un Rinascimento meno conosciuto ma non meno affascinante, fatto di sperimentazioni, scambi culturali e personalità eccentriche.
Con questa esposizione, Ferrara si conferma capitale dell’arte, offrendo al pubblico una delle esperienze culturali più significative del panorama italiano. Non resta che immergersi in questo straordinario affresco rinascimentale, lasciandosi incantare dal genio di Mazzolino, Ortolano, Garofalo e Dosso.
03/01/2025
Inserisci un commento