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IN BETWEEN / WIPE OUT DESIGN. ART VS. DESIGN

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La Fondazione Gruppo Creval, con il Patrocinio della Scuola del Design – Politecnico di Milano, in collaborazione con la Fondazione Enaip – Lombardia, presenta “In Between / wipe out design – Art vs. Design”, un evento promosso in concomitanza con Fuorisalone 2019.
La mostra costituisce la terza edizione di un progetto non profit, wipe out design, che si propone quale momento di critica, discussione e proposta attorno ai temi dell’abitare contemporaneo e dei nuovi spazi della rappresentatività individuale e collettiva, dove l’interior design è protagonista.

wipe out design è stato presentato per la prima volta al Salone del Mobile 2015 all’interno della mostra “Unknown Pleasures” con lusinghiere recensioni (Domus, Abitare, AT Casa, Interni) all’interno di un doppio binario espositivo dedicato agli arredi dei maestri del Razionalismo italiano e del Neoliberty provenienti dalla collezione della Città di Cantù, che annovera, fra gli altri importanti lasciti, una donazione dalla collezione privata di Bruno Munari.

Fuorisalone 2017 ha offerto l’occasione per la seconda tappa del progetto, in una combinazione allestitiva con “La Selettiva del Mobile”, concorso storico risalente al 1955 che ha annoverato fra i presidenti di giuria figure come Gio Ponti e altri grandi maestri del design italiano, investendo la Triennale di Milano e riscuotendo l’interesse e il riconoscimento della critica di settore a livello internazionale.

wipe out design 2019, associato al nuovo titolo “In Between. Art vs. Design”, propone invece al pubblico internazionale della Design Week, una nuova interpretazione del paesaggio domestico attraverso la migrazione simbolica e materiale del singolo componente da opera d’arte – storicizzata, museale, da guardare e non toccare – versus arredo funzionale – utilizzabile, componibile, trasformabile, comodo -. Una sorta di ready-made al rovescio in grado di interpretare una selezione di capolavori del secondo ‘900 in altrettanti componenti destinati all’abitare contemporaneo, grazie all’apporto di alta artigianalità del sistema legno-arredo brianzolo, alla consulenza dell’artista apolide Sergius Fstöhler e al network dei centri di formazione ad esso collegati.

In altre parole, se Dadaismo e Pop Art hanno dimostrato che un oggetto banale, astratto dal contesto d’uso che gli è proprio ed esposto in un museo, si può trasformare in opera d’arte, allora “In Between” intende dimostrare che l’opera d’arte, opportunamente modificata nelle sue componenti strutturali ed estetiche, si può trasformare in arredo funzionale ad alto contenuto simbolico poiché riconducibile allo status di unicità e originalità caratteristico dell’opera d’arte.

Dal 13 aprile alle Stelline, disseminata fra le opere della mostra-tributo a Camillo De Piaz, pastore di anime ma soprattutto animatore culturale di grande influenza nella Milano della Resistenza e della ricostruzione, si articola l’installazione di 6 prototipi d’arredo e dei relativi concept grafici – su disegno di Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, realizzati sartorialmente ma potenzialmente assemblabili con le stesse tecniche di produzione del furniture design su larga scala – che si prefiggono di indicare una via alternativa alla cultura dell’abitare.

Una via gioiosa, ironica e ad alto contenuto ludico in tutto simile a quella indicata dai dipinti e dalle sculture esposte nella mostra in cui si inseriscono con un’insolita installazione ‘plug-in’ – fra autori del calibro di Lucio Fontana, Gianni Dova, Alik Cavaliere, Emilio Tadini – ma soprattutto distante dalle costrizioni del product design, così vistosamente dipendente dalle politiche del sistema-moda e dei co-branding. Un’occasione per parlare di libertà della mente e del corpo in vista di nuovi rituali di occupazione dello spazio dell’abitare, proprio nella settimana in cui altri parlano di produzione, marchi registrati, archistar, contratti, merci.

Alla serie wipe out design sono associati in mostra 2 arredi ideati, renderizzati e costruiti dagli allievi di Enaip Cantù come project work didattico del corso post-diploma “Tecnico di produzione e industrializzazione nel sistema legno-arredo e design”. La loro esecuzione è avvenuta nel laboratorio di falegnameria di Enaip e saranno presentati al pubblico, all’opening del 12 aprile, direttamente dagli studenti e dai tutor che li hanno realizzati sotto la guida di Ilenia Brenna.

La mostra ha infine una natura itinerante. Sono infatti previste, dopo la ‘prima’ milanese, un’edizione sondriese (Palazzo Sertoli, estate), una ad Acireale (Palazzo Costa Grimaldi, autunno) e la conclusiva a Fano (dicembre 2019 – gennaio 2020), con date tuttora in via di definizione, in grado di arricchire il programma espositivo con prestiti e incursioni tematiche provenienti dalle scuole di alta formazione presenti nei singoli territori.

L’inaugurazione di venerdì 12 aprile è concepita secondo uno storytelling didattico diviso fra “makers” – lo studio dei materiali, l’impiego delle mani, il recupero della tradizione, l’aggiunta di contenuti hi-tech – e “philosophers” – il metaprogetto, i riferimenti culturali, la critica al risultato – che vedranno gli interventi di Sergius Fstöhler (1958, artista), William Plebani (1975, maker Soleneon Srl), Mario Piazza (1956, Docente, Scuola del Design – Dipartimento di Design – Politecnico di Milano), Ilenia Brenna (1977, direttore di Enaip) con la conduzione di Roberto Borghi (1972, curatore indipendente e critico d’arte).

12/04/2019

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