La Sovrintendenza ai beni culturali di Roma Capitale in collaborazione con l’Accademia di Danimarca, ieri mattina, ha comunicato che partirà la seconda fase delle indagini archeologiche che consentiranno di portare alla luce i resti del Foro di Cesare.
L’operazione fu avviata nel 2017, quando la Regina di Danimarca Margherita II, venne in visita a Roma e stipulò un accordo con la Sovrintendenza capitolina. L’obiettivo è quello di ampliare l'area archeologica del Foro di Cesare, così da poter ricostruire il Tempio di Venere Genitrice, grazie agli elementi facenti parte originariamente del tempio che sono stati recuperati nella prima fase e che verranno ritrovati nella seconda, mediante gli scavi.
Il Foro di Cesare era parte di un progetto urbanistico più ampio intrapreso da Giulio Cesare ma che l’imperatore non riuscì a portare a conclusione, venendo assassinato due anni dopo. È stato possibile iniziare gli scavi grazie al cospicuo contributo economico di 1.500.000 euro della Fondazione Carlsberg di Copenaghen e alla Aarhus University Research Foundation, e alla partecipazione dell’Accademia di Danimarca.
La sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi ha dichiarato: “Roma ci riserva continue sorprese: l’avvio degli scavi del Foro di Cesare ci consente di riportare alla luce diverse fasi di vita di questo antico settore urbano che presenta una stratificazione molto ricca, come emerso dalle indagini condotte dalla Sovrintendenza negli ultimi decenni. Ringrazio Sua Maestà la Regina di Danimarca Margrethe II e l’Accademia di Danimarca, per questo importante atto di mecenatismo. Con il sostegno di tutti, continuiamo a scoprire la nostra storia”.
14/03/2021
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